Londra in 36 ore è un concentrato di emozioni, odori, sapori e immagini, stimoli, riflessioni.
Per dare un’idea della dimensione di questa città, basta pensare che ha un numero di abitanti pari a 8 volte la città di Milano. Una metropoli enorme, diversa e stravagante. O meglio, in cui “stravaganza” è la parola d’ordine e in cui molte diversità non sono considerate tali.
Questo è forse l’elemento di riflessione principale che mi sono portata a casa: il rispetto del diverso senza legittimità di giudizio è qualcosa di sconosciuto nella realtà provinciale in cui vivo e sono cresciuta, costellata invece di una sorta di monotonia condivisa, che delegittima in realtà la libertà soggettiva di coltivare il proprio modo di essere, in nome di una spesso bigotta normalità. Un limite con cui ho imparato a convivere, ma fortunatamente abito a pochi minuti dall’aeroporto di Orio al Serio, dove una famosa compagnia aerea low cost ha permesso, ormai da una decina di anni, a noi nuovi (quasi) trentenni di respirare con facilità aria nuova, diversa ed internazionale consentendo facili collegamenti con le principali capitali europee e non solo.
Sono state 36 ore intense, intervallate da ogni genere di street food e non ci siamo fatti scappare l’occasione di respirare e vivere il famoso quartiere Camden Town, avendo pernottato proprio in loco. Oltre alla famosa National Gallery, a Trafalgar Square, Buckingham Palace, con il famoso cambio della guardia, Piccadilly circus, e tutte le mete che un buon turista non può evitare, abbiamo goduto nel disperderci tra i banchetti dello street food nei vari market incontrati. Ce ne sono davvero di tutti i tipi, ma tornando al cibo, un vero foodie non può perdersi in particolare due destinazioni: il Camden Loch Market a Camden Town e il Borough Market.
Il famoso Camden Loch Market, oltre a ospitare migliaia di banchi, offre una vasta scelta di cibi di strada nella sua area FOOD, in cui è facile trovare donuts di tutti i tipi, burritos, hamburger, coockies, i piatti della cucina orientale, spagnola, messicana e molto altro. Poi, dopo uno spostamento importante in metropolitana, si passa al bellissimo e golosissimo Borough Market, che si trova nei pressi del maestoso London Eye (è la ruota panoramica più grande d’Europa, sulle rive del Tamigi) e in cui ne abbiamo approfittato per assaggiare il classico fish and chips, che peraltro è impossibile non mangiare almeno una volta.
Ma non solo…è possibile assaggiare la cucina indiana, cioccolato artigianale, formaggi da tutta Europa, prodotti da forno di tutti i tipi, prodotti della salumeria inglese, pannocchie di mais e carne al BBQ, hamburgers, e ancora, piatti della cucina etiope, messicana, liquori. Insomma un mix di prodotti e cucine da tutto il mondo. Poche sterline per ottimi piatti…in bocca al lupo per la digestione.
Ecco la mappa per trovarli facilmente:
Altro piatto assolutamente da non perdere è la famosa jacket potato o baked potato, una vera specialità culinaria tutta anglosassone.
Si tratta di una grossa patata farcita, la cui farcitura varia proprio in funzione del luogo perchè è preparata anche al di fuori dei confini inglesi, ad esempio nella vicina Scozia oppure in Texas e in Svezia. La mia era ben riempita con dosi massicce di cheddar fuso e burro: una vera esplosione di sapore e calorie.
E la domenica? Da non perdere il famoso Sunday Roast, servito a pranzo in tutti i pub come vuole la tradizione inglese!
In tutta la città sono molto presenti i truck da street food, facendo di Londra una città in cui poter mangiare di tutto ad ogni ora della giornata. Un vero paradiso per i più golosi.