Avete presente quei luoghi che sentiamo un poco anche “nostri”?
Ecco, Schilpario e la valle di Scalve li sento un po’ anche miei. Sia perchè sono luoghi che sento affini alla mia persona, sia perchè sono luoghi che fin da piccola ho frequentato molto e assiduamente.
Ogni qualvolta entro in contatto con territori e nuove persone, ho l’abitudine di aprirmi completamente a loro, quasi cercando di “respirare” e conoscere la loro essenza più intima. Cerco di creare un “legame” empatico che mi potrebbe portare a comprenderli un poco di più, a conoscerli. Quando si tratta di persone, se riscontro la stessa curiosità e la stessa voglia di lasciarsi conoscere per davvero, il gioco è fatto e mi trovo subito a mio agio e con una gran voglia di condividere, condividere e ancora condividere. Quando cresce la conoscenza reciproca, si genera rispetto per le differenze e comprensione.
Io amo questo genere di incontri, li trovo assai interessanti. Sarà che l’ambizione di vivere attimi di qualità mi porta a scansare situazioni e persone in cui non trovo questo genere di apertura, in cui non trovo interesse a lasciarsi conoscere con onestà e sincerità. Ce ne sono parecchie, forse troppe.
Ma fortunatamente sono costantemente trascinata verso il mio interesse primario: vivere attimi, persone e relazioni di qualità. Che siano relazioni durature o scambi di qualche minuto. Non posso fare altrimenti, è la mia natura.
E anche con Mea è stato così. Umiltà e sguardo basso, quasi timida.
L’ho incontrata nel suo ristorante (Ristorante Albergo San Marco) a Schilpario in fraz. Pradella.
Tutto è nato da suo padre Enzo, ex – minatore, che ha costruito questo luogo mattone per mattone, dopo il pesante lavoro in miniera. Mea è della classe 1951, diplomata all’isituto alberghiero di San Pellegrino, ha all’attivo più di 40 anni passati in cucina con il fratello Enzo.
Una cucina ben curata, che impressiona per la sua semplicità, ma allo stesso tempo per il suo equilibrio. Una cucina che stupisce. Sapori e aromi netti che raccontano questa bella e angusta valle. Tutto è nato per gioco, ma quella per le erbe spontanee per Mea è stato un amore a prima vista. Anni di studio e di prove l’hanno portata a realizzare ormai molte ricette, in parte raccolte anche in un libro “I sapori delle erbe”. All’esterno, vicino al ristorante c’è il suo orto, in cui vi si reca ongi mattina al fine di scegliere verdure ed erbe per la preparazione del menu del giorno, sempre diverso e, nella stagione turistica, a tema. Ogni giorno un tema diverso orienta la produzione gastronomica di Mea, regalando ai propri ospiti veri attimi di gioia.
Prima della lunga e stupenda chiacchierata con Mea, ho assaggiato il risotto con i fiori mantecato con il Formaggio Nero de la Nona, i ravioli con la borragine e i suoi fiori. Ma anche delle squisite costolette di agnello panate con nocciole, erbe aromatiche e i suoi fiori, con un contorno di polenta fredda e fiori di zucchina. Beh, una giornata di quelle davvero speciali!
Alcune fotografie per farvi venire l’acquolina!
Credits: Lara Abrati – Tutti i diritti riservati