Continua a essere sulla bocca di tutti la questione dell’asporto e della consegna a domicilio per il mondo della ristorazione. Se alcune attività lo propongono da sempre, per altre è stata la prima volta, non senza difficoltà.

Ma la creatività è molta, la volgia di riaprire e di stare vicino ai propri clienti anche. Quindi, oltre alle questioni burocratiche e pratiche, non resta che pensare al cosa proporre.

La prima volta che mi sono fatta alcune domande rispetto a come sarebbe stato ricevere un vero e proprio menu da un ristorante di fascia medio-alta a casa è stata quando sui social l’Osteria degli Assonica di Sorisole (Bg), ha proposto il suo menu, a un prezzo decisamente onesto (35 euro per 4 portate, piccola pasticceria e pagnotta). Ho deciso di acquistarlo e regalarlo anche ai miei genitori per un pranzo diverso. Mi aspettavo piatti pronti da riscaldare, un po’ tipo gastronomia, le aspettative non erano altissime, ma ero molto curiosa. E’ qui il punto.

Non è stato così. 

Mi sono arrivati piatti scomposti (tutti preparati sottovuoto, con etichette) da rigenerare, cuocere o solo comporre, con tanto di simpatiche istruzioni. E la verità è questa: mi sono divertita davvero un sacco. Fare, disfare, ricomporre, fotografare. La gara con i piatti impiattati da mia mamma, con il suo stile decisamente anni ’80. Altre visioni, altri modi di interpretare il piatto. E poi, guardo i social, idem. Altre persone hanno impiattato a modo loro, in maniera assolutamente unica e creativa. 

Fantastico, il menu della Pasqua 2020 me o ricorderò per tutta la vita.

E ancora, anche Osteria Tre Gobbi ha fatto la stessa cosa e, divertita, ho spulciato tutti gli impiattamenti che le persone avevano fatto.

Per la Pasqua i ristoranti che han proposto il delivery erano tutti sold out.

Quindi ha preso sempre più piede e ora sono davvero tantissimi i ristoratori che hanno deciso di procedere in questa direzione.

Come sostengono gli chef Alex e Vittorio Manzoni dell’Osteria degli Assonica, “speriamo innanzitutto di riaprire il nostro ristorante, ma siamo consapevoli che soprattutto all’inizio non sarà proprio come prima. Vale la pena iniziare a pensare a una proposta dedicata all’asporto, anche se necessariamente deve essere qualcosa che richiama lo stile del ristorante, ma un qualcosa di diverso che, onestamente, visto gli impegni al ristorante non sappiamo al momento se e come gestire, la concentrazione maggiore per noi sarà sempre per la cucina e per il pasto al ristorante”.

E ancora, è palese la bellissima idea di Marco Carminati dell’Osteria Tre Gobbi di Bergamo “ho deciso di creare subito un’alternativa che non sostituisca la proposta del ristorante, ma nemmeno ci metta in concorrenza con le gastronomie. Piatti nostri, preparati e pronti da rigenerare, scaldare o, in alcuni casi addirittura cucinare. Dei kit ricette con ingredienti bilanciati che è possibile anche spedire oltre la nostra provincia”.

Ma anche Simo Bianchetti dell’Osteria Finil del Pret di Comezzano-Cizzago (Bs) racconta che “queste due settimane di prova sono andate particolarmente bene: ci siamo mantenuti su proposte semplici che potessero accontentare chi già ci conosce come osteria e, contemporaneamente, che ci consentissero di mantenere standard elevati di rapidità e qualità nel servizio di consegna.
Le box ideate per le feste recentemente trascorse, inoltre, con uno spirito sicuramente più attento ai prodotti del nostro territorio, hanno riscosso un grande successo e ci han fatto capire che da oggi possiamo spingerci anche un po’ oltre con l’offerta, pur trovandoci a fronteggiare una difficoltà senza precedenti. Vorremmo puntare a creare un nuovo menu che si distingua per il legame delle materie prime e dei prodotti con il nostro territorio, perché è proprio questo il carattere che abbiamo voluto dare al nostro ristorante e che vogliamo continuare a curare per le proposte delivery. Speriamo di riuscire a mantenere immutata la nostra identità e di riuscire a far diventare questo momento di forte crisi una vera occasione di sviluppo, di crescita e di stimolo per affrontare nel prossimo futuro un orizzonte che non si prospetta per niente sereno per tutta la nostra categoria”.

Quindi, per ricapitolare… sarà l’esperienza quella che conta e che sarà necessariamente diversa dall’andare al ristorante. Si potrà sperimentare in casa, impiattando, fino a utilizzare ricette e kit da veri chef. Che bello poter ricevere a Bergamo un kit preciso e condificato per una perfetta pasta alla carbonara direttamente da Trastevere o, viceversa a Roma ad esempio, il kit per una perfetta polenta taragna direttamente dalla valle brembana. E  ancora, la sfogliatella da Napoli da riempire con una golosa crema o un sugo di chighiale di un’osteria top toscana da abbinare ai loro pici fatti in casa…

Potrà essere che queste distanze e questo virus ci renderanno ancora più uniti?

Share This